“Dobbiamo sfruttare al massimo la Stazione Spaziale Internazionale nei prossimi dieci anni e le possibilità di sperimentazione che ci offre, sia per applicazioni pratiche sulla Terra, ad esempio in campo medico, sia per avere competenze sempre più avanzate nei viaggi aerospaziali“.
Samantha Cristoforetti, prima donna astronauta italiana, ha iniziato dal Museo delle Scienze di Trento (Muse) il suo Post Flight tour, che la porterà in giro per l’Italia nelle prossime settimane a raccontare la sua esperienza di 200 giorni tra stelle. L’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha svelato alcune curiosità sulla sua esperienza a bordo della Stazione Spaziale, in particolare legate al suo rapporto con il Trentino, terra di cui è originaria. Ad esempio, le sono bastati pochi giorni di consultazione delle mappe per riuscire a riconoscere il Trentino sulla superficie terrestre ad occhio nudo, guardando attraverso la Cupola, la grande finestra della Stazione Spaziale con vista sulla Terra. “Non ho una natura particolarmente nostalgica, fatta eccezione per il volo sugli aerei dell’aeronautica militare e la sensazione di fluttuare nello spazio, a cui devo ammettere che ogni tanto penso ancora”, ha detto l’astronauta, capitano dell’Aeronautica Militare.
All’incontro hanno partecipato anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, il presidente del Muse, Marco Andreatta, e il generale Claudio Salerno, capo comunicazione dell’Aeronautica Militare. Presente anche il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston, che ha parlato del futuro dell’esplorazione spaziale. “Andare su Marte è un grande sogno dell’uomo moderno, anche se non possiamo fare una pianificazione precisa. Ci sono tutta una serie di progetti intermedi che, da qui al 2030, ci porteranno ad avvinarci sempre di più all’obiettivo”, ha detto Battiston. Nei voli spaziali in generale, ha proseguito, l’Italia è in ottima posizione: ”abbiamo quattro astronauti italiani in servizio”, un numero elevato legato all’accordo bilaterale fra Asi e Nasa. Nel 2017 volerà Paolo Nespoli ma, ha detto Battiston, ”possiamo pensare di pianificare altre missioni entro i prossimi 5 o 6 anni, anche grazie all’evoluzione dei voli commerciali avviati dagli Stati Uniti”. L’Italia è inoltre in prima fila nella missione ExoMars, la cui prima fase è prevista nel 2016, con il lancio in programma in primavera, verosimilmente non oltre aprile. La seconda fase, nel 2018, porterà sulla superficie di Marte un robot che, con un trapano italiano, perforerà la superficie del pianeta rosso.
Credits: foto www.esa.int